ServizioAggiornato al 1 marzo 2025
costituzione e gestione comunità energetiche
Informazioni
Rediscovery of Cultural Roots – R.C.R. benefit s.r.l. è convinta che ogni progetto complesso, che prevede non solo il recupero del territorio, ma la valorizzazione delle sue componenti naturalistiche, ambientali, economiche, culturali e sociali, richieda l’aggregazione di tutte le risorse, prima di tutto umane oltre che materiali, che sono espressione del territorio medesimo. A tale scopo R.C.R. ritiene che una possibile via per aggregare la popolazione, gli imprenditori, le realtà no profit, le istituzioni del territorio, sia la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili. Le C.E.R. nascono con l’obbiettivo di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera la comunità, piuttosto che profitti finanziari. Il loro tratto caratterizzante, dunque, è lo scopo mutualistico in favore dei propri membri ovvero, in aggiunta o in alternativa, lo scopo altruistico in favore del territorio e della sua popolazione. R.C.R. ritiene che questo modello organizzativo, nato per far fronte al fabbisogno energetico, possa però essere utilizzato anche per gestire in forma condivisa altre necessità, tra cui quelle sociali e quelle di gestione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, così che l’eventuale efficientamento energetico degli immobili possa essere considerato solo un aspetto di un più ampio processo di rifunzionalizzazione, promozione e valorizzazione dell’intero contesto territoriale, in grado di farsi carico anche di ulteriori attività. Proprio la natura flessibile delle C.E.R. e il quadro regolatorio che le disegna come enti privati non lucrativi lasciano loro l’autonomia di decidere di dedicarsi anche ad altre finalità, con il solo requisito che prevedano nei relativi statuti anche finalità ulteriori a vantaggio degli aderenti o della collettività intera. A ciò si aggiunga il forte carattere aggregativo rivestito da questi enti, che possono diventare punto di riferimento per l’intera popolazione del territorio e strumento per la condivisione di bisogni e la ricerca di risposte alle varie necessità che si pongono. Il passaggio dalle mere finalità di carattere energetico ad attività più ampie dipende essenzialmente da una consapevolezza culturale, in quanto implica che le C.E.R., in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale di cui all’art. 118 Cost., e particolarmente in sintonia con la loro natura non lucrativa, sviluppino pienamente le loro potenzialità mutualistiche per rispondere anche ad ulteriori esigenze sociali e territoriali che, pure, la normativa ha prefigurato fin dall’origine. Il modello delle C.E.R., già disciplinato e ampiamente promosso e incentivato per legge, potrebbe essere utilizzato per favorire i processi partecipativi della collettività, superando l’inerzia che incontrerebbero altri modelli pensati solo per gestire dei servizi specifici, sfruttando invece la leva aggregativa suscitata dall’esigenza energetica, comunemente sentita e diffusa. Le C.E.R. potrebbero, ad esempio, acquisire o prendere in gestione immobili, anche di proprietà pubblica, per avviarli a nuove destinazioni, rifunzionalizzandoli, favorendone la conservazione e valorizzazione, utilizzandoli per attività culturali, sociali, aggregative, formative. In tal modo ogni C.E.R. può diventare una cellula del territorio che si prende cura del territorio medesimo, senza fini di lucro, perseguendo obiettivi di tutela e salvaguardia ambientale, di sviluppo culturale e integrazione sociale, per favorire il benessere delle persone e della comunità attraverso attività formative, culturali e di ricerca, fornitura di beni e gestione di servizi. Nulla impedirebbe, peraltro che, assumendo questo ruolo Società con sede legale in Milano, Via Arzaga n. 4 - pec rcrbenefit@pec.it info@rcrbenefit.com www.rcrbenefit.com iscritta alla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, P.IVA e C.F. 12434430968 ampliato, le CER diventino punto di riferimento anche per altre aggregazioni non lucrative di varia natura, comprese quelle dedite alla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, che vedrebbero così potenziata la propria capacità operativa, realizzando una “comunità di comunità” che dia forma organizzativa a quelle che l’articolo 2, comma 2, della Convenzione di Faro definisce “comunità di eredità”, vale a dire “un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”.
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